Venerdì 2 maggio alle 19:00 (ingresso libero) nel Teatrino del Convitto Palmieri di Lecce la rassegna Nel Frattempo dell'associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Comitato Territoriale ARCI Lecce, ospita la presentazione del libro "Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza".
Dieci poeti palestinesi raccontano con forza e disperazione la tragedia vissuta dopo il 7 ottobre 2023. Scritti in condizioni estreme, i versi diventano atti di resistenza e testimonianza. Il volume include testi di Susan Abulhawa, Chris Hedges e una prefazione dello storico Ilan Pappé.
Con i tre curatori Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, interverranno Nabil Bey Salameh, traduttore dall'arabo, e Simonetta Gola, direttrice dell'ufficio comunicazione di Emergency. Per ogni copia venduta la casa editrice dona infatti 5 euro a Emergency per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza.
IL LIBRO
La poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. È questo il senso più profondo delle trentadue poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, in gran parte scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nella tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Come evidenzia lo storico israeliano Ilan Pappé nella prefazione, «scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilità di morire ogni ora eguaglia la loro umanità, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata». Queste poesie, osserva Pappé, «sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma è impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno». «Ma questa raccolta non è solo un lamento», nota il traduttore Nabil Bey Salameh. «È un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie qui tradotte portano con sé il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la libertà. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando ciò che rimane nascosto». Perché la scrittura, come ricordava Edward Said, è «l’ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell’umanità».
La rassegna ideata e promossa dall'associazione Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il Consiglio regionale della Puglia, Coolclub e Uasc, anticipa la dodicesima edizione del festival Conversazioni sul Futuro (Lecce – 16/19 ottobre 2025).
Info 3394313397 - conversazionisulfuturo.it
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